La musica ha, per l’uomo, una funzione di rappresentazione e attraverso essa può elaborare i propri vissuti, i propri desideri e la proprio visione del mondo in modo unico ed irripetibile.
Con la musicoterapia questo processo viene ascoltato, accolto e rielaborato mediante la relazione che si instaura con il musicoterapista che, in questo scambio, viene a costruire un ponte attraverso cui viene dato accesso privilegiato ai bisogni di dare e di avere espressi dal soggetto.
Tutto questo nel rispetto della persona, della sua unicità e caratterizzazione.
La partecipazione alla creazione di questo ponte è attiva da parte di entrambi i soggetti (utente e musicoterapista): sarà cura del musicoterapista fornire al soggetto gli strumenti a lui utili e possibili e che possano influire positivamente sul suo stato iniziale.
La metodologia è basata su tecniche operative che utilizzano come mediatore il suono, creato, strutturato ed elaborato a partire dai bisogni della persona, il corpo, nelle sua potenzialità espressive e comunicative e la voce, con le sue importanti caratteristiche di espressione intima degli stati interiori e di personalità dell’individuo.
L’uso di tali tecniche permette di attuare interventi sia con finalità preventive, per uno sviluppo integrato ed armonico della persona, sia con finalità riabilitative e terapeutiche per educare, sviluppare, recuperare e mantenere autonomie personali e per favorire l’integrazione del soggetto nel contesto sociale.
A chi si rivolge
Il modello di riferimento
Il modello di riferimento è del musicista, medico e psichiatra argentino Rolando Benenzon, che così descrive cos’è per lui la musicoterapia:
“Da un punto di vista scientifico, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici ed i metodi terapeutici ad esso inerenti.
Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina parametrica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che ci mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società.” (Rolando Benenzon)
Alla base del suo modello c’è il principio ISO (ossia di Identità Sonora), un concetto totalmente dinamico che sintetizza la nozione dell’esistenza di un suono o di un insieme di suoni o di fenomeni acustici e di movimenti interni, che caratterizzano ed individualizzano ogni essere umano.
L’ISO caratterizza ogni essere umano in modo unico e soggettivo ed è composto dagli archetipi sonori ereditati onto-filogeneticamente, dalle esperienze sonore, vibrazionali e di movimento avute durante la vita intrauterina, il parto ed il resto della vita.
Presso STUDIO ARMONIA di Aprilia: